Magico Oriente    

Chi si ricorda dei mitici anni '70? Il mondo era psichedelico e colorato, pieno di musica fantastica, i ragazzi avevano i capelli lunghi e, sembra strano a ripensarci, tutti amavano tutti. Da lontano arrivava anche qui la moda favolosa e dandy degli hippies: pantaloni a zampa d'elefante, camicie fantasia, giacche di velluto, cappelli a larghe falde e tanti tanti gioielli etnici, che però (dannazione!) a Napoli non si trovavano così facilmente. E allora perché non cogliere al volo l'occasione e mettere su un negozietto, approfittando dell'offerta di un amico?

In un mondo dove tutto sembra possibile, Giancarlo Alagna non si fa pregare, e nel 1978, abbandonando la carriera di procuratore legale, apre Magico Oriente, nella sua prima sede di via Carlo Poerio. L'amico ben presto abbandona l'impresa e Giancarlo, ormai deciso che quella è la sua strada, continua da solo. Del resto, come dargli torto? Comincia una serie infinita di viaggi che lo portano in giro per l'Asia alla ricerca di monili ed oggetti esotici: mi enumera India, Nepal, Thailandia, Indonesia, Turchia, Pakistan, addirittura Afghanistan: ancora si poteva, ma che fatica! E poi non c'era niente da mangiare, ricorda ancora con orrore Anna, compagna di una vita, che quella volta, evidentemente annebbiata dall'amore, l'ha seguito...

In questo primo periodo Giancarlo parte due volte l'anno per scegliere personalmente gli oggetti da proporre; con il passar del tempo stringe un rapporto di fiducia con alcuni artigiani e quindi le partenze si diradano un po', ma, mi dice, è sempre meglio partire. Mi parla con particolare affetto di una famiglia nepalese che lavora argento e pietre dure, di cui negli anni ha visto crescere i figli; gli occhi gli brillano d'ammirazione quando descrive l'abilità stupefacente ed ormai persa nel nostro mondo di mitologici artigiani indiani, che lavorano per strada su miseri banchetti, con strumenti primitivi, e creano gioielli da regina.

Non tutti i viaggi hanno uno scopo puramente commerciale: rimane nel ricordo un ritiro spirituale in Nepal con il maestro Norbu, di cui segue gli insegnamenti da anni: cinque giorni di cammino a piedi guidati dagli sherpa per raggiungere Tulu Gompa, un luogo sacro, nelle cui grotte hanno vissuto come eremiti alcuni maestri tibetani. Dopo quindici anni Magico Oriente si trasferisce a via S.Pasquale. Ancora prima di entrare, un occhio attento può far caso all'amore per il mondo spirituale tibetano: il battente della porta è un bellissimo vajra d'argento, simbolo di indistruttibilità e potere spirituale. Una volta entrati, ci salutano beneauguranti le loung-ta, bandierine colorate con su scritti dei mantra che i tibetani appendono al vento per buona fortuna.

Nelle vetrine stracariche ci sono molti oggetti che provengono dal Tibet, ma lì Giancarlo non c'è mai stato: sono acquistati in Nepal, dove molti tibetani si sono rifugiati. Molti oggetti contengono simboli spirituali e vengono ritenuti di buon auspicio in varie parti del mondo: c'è il gau tibetano, un ciondolo apribile che si porta al collo e contiene un mantra; il tumor afghano, che contiene rotoli del Corano; gli orecchini di cristallo di rocca con inciso lo yantra (è un mantra disegnato); il nodo dell'amore infinito è riprodotto su vari oggetti. Sono molti anche i simboli di fertilità e di potenza sessuale: i manuli indonesiani, simbolo della fertilità femminile, i marangà, sempre indonesiani, propiziatori dell'unione, i porta lingam, potente rappresentazione di Shiva (lo Shivalingam). E se funzionassero davvero?
…Certo che, alle volte, potrebbero far comodo...